SetUp va in città
23-26/01/2014
in occasione di
SETUP 2014
RIZOMI URBANI
mostra fotografica
di Marcella Fierro e Gianluca Simoni
in collaborazione con Artierranti
In occasione di Setup 2014, Fina Estampa, in collaborazione con l’Associazione Culturale Artierranti, ha promosso e organizzato la mostra fotografica RIZOMI URBANI, degli artisti Marcella Fierro e Gianluca Simoni. Punto focale della mostra un’analisi senza filtri della realtà urbana declinata in contesti geografici radicalmente diversi e distanti tra loro: America, Europa, Asia.
“Fusto perenne, prostrato e per lo più sotterraneo, proprio delle piante erbacee di climi con netta stagionalità. Ha un aspetto che ricorda quello della radice, dalla quale però si distingue perché reca foglie ed è diviso in internodi, la sua struttura anatomica è quella tipica dello stelo e il suo apice è privo di cuffia. Le foglie sono normali o ridotte a squame non verdi, poco ampie e di consistenza varia, da coriacea a membranacea. Spesso i rizomi funzionano come organi di riserva e sono quindi tuberizzati. Essi sono orizzontali, ma non mancano quelli inclinati e persino verticali.”
Metaforicamente il rizoma può rappresentare una sorta di stato sociale che, inabissandosi in modo scomposto e verticale, ripropone le dinamiche sociali e urbane del vivere collettivo. Esso infatti cresce in condizioni di cattività, soprattutto nelle periferie e nelle situazioni più difficili. Tra i muri, per strada, negli angoli più impervi. Ha una crescita anarchica, improvvisa e non segue traiettorie orizzontali. Il termine è stato usato anche in filosofia per indicare un pensiero libero, multiculturale e privo di frontiere.
La mostra organizzata da Fina Estampa e Artierranti propone un percorso dislocato in varie zone geografiche, dall’Asia agli Stati Uniti, passando per Bologna, che analizza il dettaglio urbano attraverso un’ottica sociale e storica incentrata sulla persona. I fotografi Marcella Fierro e Gianluca Simoni invitano ad un viaggio di riflessione sui luoghi e sui contesti analizzati permettendo allo spettatore una propria rielaborazione. Lo sguardo, ora antropologico, ora documentaristico, permette una presa di coscienza su temi socio-politici della nostra contemporaneità, inevitabilmente filtrati dalla sensibilità degli autori.