Mathieu Asselin
Monsanto®: The Book
a cura di Sergio Valenzuela Escobedo
una produzione Spazio Labo’ Centro di fotografia
4 novembre 2017 – 12 gennaio 2018
Strada Maggiore 29, Bologna
ingresso libero
orari di apertura: lunedì-giovedì, 15-19
Dalla collera silenziosa all’indignazione.
“L’obiettivo elimina ogni rumore, soprattutto l’udito di ciò che è fotografato; allo stesso modo l’udito perde il contatto con la voce, organo vivente, carezza interna che ha inventato e articolato il linguaggio, e che, essendo il codice più complesso e differenziato, il codice più viscerale e astratto, è stato ed è lo sconvolgente ingresso comune a tutta l’umanità, perché, proprio grazie al linguaggio, l’uomo effimero e fragile, ascolta e parla di sé stesso”.
Ronald Kay
Con vasti strati di silenzio che si estendono alla sua superficie, la fotografia crea un distacco intimo. Il vuoto che appare sembra permettere l’ascolto di una voce latente, lontana e straniera e, così facendo, la lettura dei paesaggi si annida profondamente nella memoria. Questa voce è legata ad un momento unico e irraggiungibile, durante il quale l’udito rischia di liberarsi di un ascolto precario e aleatorio. Utilizzare il silenzio della fotografia come strumento d’inchiesta per sondare e rivelare le conseguenze delle pratiche e gli effetti dei prodotti della società multinazionale agrochimica Monsanto (in Vietnam e nel suo paese di origine, gli Stati Uniti) sembra essere qui un metodo, non solo per lasciare spazio alla voce, ma a delle grida. Per aiutare a cambiare l’opinione pubblica sulla guerra chimica di cui noi siamo parte in causa dai tempi della Prima Guerra Mondiale. L’allineamento degli interessi tra vari personaggi corrotti, gli accordi stretti tra fazioni criminali ed élite economiche, questi sono i pericoli più grandi per la società civile. L’espressione fatalista “È così, non c’è niente da fare” rivela un’attitudine rassegnata davanti alla corruzione che mette in pericolo i diritti dei cittadini. Il benessere delle future generazioni è sacrificato in nome di un profitto immediato. Questa rassegnazione e la paura che ci paralizza ci impediscono di vedere che il potere ci presenta le manipolazione genetiche come una tecnologia d’avanguardia e ci obbliga così a parteciparvi quotidianamente. In un mondo caotico dove non crediamo più a nulla, dove regna la cacofonia, dove il tempo ci sfugge e l’incomunicabilità ci isola, le voci legate alle immagini di Mathieu Asselin non sussurrano, non aspettano. Sono voci imperiose che parlano dello stato attuale del mondo, che ci riguarda tutti, qui e ora, e devono essere urgentemente diffuse e condivise. Queste immagini crude e crudeli, rivelatrici di un grande inganno, ce lo richiedono.
Non è più una questione di silenzio. È tempo di far sentire la propria voce.
Sergio Valenzuela Escobedo