IOSONOPIPO • VUOTO
Per un momento, forse effetto dei 27 appena compiuti, mi è sembrato che attorno a me non ci fosse niente. E invece c’era tutto, ma con l’età i sensi si sfilacciano e si diventa meno svegli.In quel tutto c’era anche il bisogno di raccontare quella sensazione, che era assenza e solitudine, per provare a capirci qualcosa e per contrastarla.
Ci sono voluti mesi perché mi riprendessi dal mio vuoto. E ci ero quasi riuscito.Poi, lo scorso febbraio, la morte di Jannis Kounellis, pittore, scultore e tanto altro, e di Ren Hang, fotografo e artista che ho sempre ammirato, hanno spostato di nuovo il mio baricentro. Così ho deciso che quel vuoto lo avrei dedicato a loro.
Per tentare di mettere in scena quella condizione e renderla disponibile anche agli altri ho scelto proprio il luogo eletto da Kounellis per una delle sue ultime mostre: il Centro arti visive di Pesaro, che è stato prima una chiesa, accanto alla quale c’era un mercato del pesce, e poi luogo dell’arte. È lì che Vuoto prenderà corpo, il prossimo 25 giugno.
Per riuscire nell’impresa mi dovrò servire della fotografia. Per ritornare al vuoto esistenziale, dovrò costruire un pieno visivo. 300 corpi femminili riempiranno quello spazio fino a diventare quello spazio, come un’unica scultura. Uno spazio vivo, fatto di persone, non una teca in cui chiudere oggetti, per guardarli meglio. Non ho mai voluto trasformare le donne in oggetti e a maggior ragione non lo farò questa volta. Vorrei invece farne un monumento.
Nel mio lavoro la donna è massima espressione della natura. Il suo ruolo è sempre stato per me centrale, insieme allo sforzo di spogliare il suo corpo nudo da qualsiasi erotismo. Forse, in questo vuoto, riuscirò in un’impresa che per me è sempre stata difficilissima. Ci voglio provare.
Questa volta vorrei fare di una coralità di corpi un unico, potente organismo. D’altra parte per me l’arte è tale solo se è un fatto collettivo, condiviso, partecipato. E, soprattutto, se è esperienza. Esperienza per chi accetta di darmi fiducia e di prendere parte alla mia ricerca.
La fotografia arriverà nel momento finale. In questo percorso sarà mediazione e insieme sarà sintesi, riflesso, scoria. Il pretesto, l’accessorio, che mi permetterà di fare tutto quello che è sospeso tra la visione da cui ha inizio il mio lavoro e la sua realizzazione. Sarà, in qualche modo, la fine di tutto, ma non il fine.
Questa scoria poi sarà messa all’asta e con quel ricavato verrà coperto lo sforzo economico messo in campo per organizzare Vuoto.
Direte: “E se volessi seguirti in questa follia, prendere parte a quella che insistentemente chiami esperienza?”. Tutte le donne, senza limiti di età, saranno benvenute. Per saperne di più basterà andare sul sito www.vuo.to.it per approfondire i dettagli della partecipazione e, se vorrete davvero diventare Vuoto, svolgere la procedura di adesione.
Giuseppe Palmisano / iosonopipo
Vuoto – la nuova opera di Giuseppe Palmisano / iosonopipo
Domenica 25 giugno, 2017
c/o Centro arti visive PescheriaCorso XI Settembre, 184, 61121 Pesaro (PU)
Per informazioni
www.vuo.to.it
www.giuseppepalmisano.com
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Web release
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